La lotta anti-coloniale Baye Fall

30.08.2023
Il Senegal è stato la prima colonia francese in Africa, ma la conquista di questo paese da parte dei colonizzatori occidentali è però ben più antica. Grazie alle sue ricche risorse, ai porti fluviali e alla posizione strategica, infatti, il Senegal fu raggiunto già dal 1443 dai commercianti portoghesi: infatti il primo contatto diretto dell'Europa medievale con l'Africa occidentale si ebbe nel 1443, quando gli esploratori portoghesi raggiunsero la foce del Fiume Senegal. L'anno successivo sbarcarono a Cap Vert, nei pressi dell'attuale Dakar, e in seguito si insediarono sull'Île de Gorée, una base importantissima per le navi che commerciavano lungo la costa.

Già nel XVI secolo altre potenze europee erano diventate sempre più attive in Africa occidentale. Nei due secoli successivi gli inglesi e gli olandesi contesero ai francesi il dominio sulle isole di Gorée e Saint-Louis, per il controllo del redditizio commercio dell'oro, dell'avorio e, soprattutto, degli schiavi. Nel 1659 i francesi istituirono una stazione commerciale a Saint-Louis alla foce del Fiume Senegal, e nel 1677 conquistarono Gorée.


Nel corso del XVIII secolo Saint-Louis si sviluppò e acquistò importanza, ma con la messa al bando della schiavitù nel 1815 i francesi furono costretti a cercare nuove fonti di ricchezza. Nel 1845 fu nominato governatore Louis Faidherbe, il quale costrinse le popolazioni locali che vivevano vicino al Fiume Senegal a dedicarsi alla coltivazione delle arachidi. Nei decenni successivi le forze militari francesi si mossero verso l'interno e il Senegal divenne così la porta d'accesso all'esteso territorio dell'Afrique Occidentale Française (Africa Occidentale Francese).


Nel frattempo, il marabout (autorità religiosa musulmana) El Hajj Omar Tall, che proveniva dalla regione Fouta Toro nel Senegal settentrionale, aveva fondato un vasto impero intorno alla città di Segou (nell'attuale Mali). I suoi soldati si erano spinti verso ovest in territorio senegalese, dove si scontrarono con le forze francesi. Una serie di forti lungo il Fiume Senegal (tra i quali Bakel, Matam e Podor) e moschee «omariane» in stile sudanese testimoniano ancora il confronto di culture e interessi che si verificò in quel periodo. Faidherbe fondò anche un insediamento di fronte all'Île de Gorée: la futura Dakar.


Le truppe di El Hajj Omar Tall furono sconfitte dai francesi nel 1864, ma lo zelo missionario del marabout ispirò i suoi seguaci, inducendoli a continuare le cosiddette «guerre dei marabout» per altri trent'anni. I soldati del re wolof Lat Dior, per esempio, ostacolarono più volte i tentativi dei francesi di costruire una ferrovia fra Dakar e Saint-Louis. Un'altra spina nel fianco dei francesi fu un marabout chiamato Cheikh Amadou Bamba, la cui confraternita islamica dei Mouride istituita nel 1857 divenne un influente punto di riferimento popolare per il sentimento anticolonialista.


Anche se il Senegal era controllato dai francesi dal 1600 in poi, è diventato a tutti gli effetti una colonia francese dal 1800 in poi, quando i francesi acquisirono il controllo non soltanto del territorio intorno alla capitale, Dakar ma anche in tutte le zone interne.


Il Senegal diventa un territorio coloniale francese agli inizi del 1900, con l'istituzione di Dakar come capitale dell'Africa Occidentale Francese. Dal 1946 in poi, in seguito alla battaglia di Dakar, tutto il paese diventa territorio appartenente alla Francia.


Come tante ex colonie, il processo che portò all'indipendenza del Senegal fu lungo e segnato da tappe importanti, trattative e negoziati con la Francia colonizzatrice e tra i movimenti ideologici e politici interni. Durante gli anni precedenti all'indipendenza del Senegal e delle altre colonie, iniziò a instaurarsi un movimento politico-culturale, la négritude, che funse da filo rosso del pensiero indipendentista delle colonie francesi.


Léopold Sédar Senghor, che prima di diventare presidente della Repubblica del Senegal fu un poeta e letterato, fu tra i principali teorici della negritudine. Se inizialmente il suo pensiero si trovava su un piano per lo più filosofico-culturale di reazione all'umiliazione e alla negazione dei neri durante il periodo coloniale, col tempo questo movimento assunse delle connotazioni più politiche e sociali. Secondo tale movimento, infatti, era necessario disfarsi di ciò che il regime coloniale francese aveva instaurato e consentire al popolo senegalese di autodeterminarsi.


Nei mesi immediatamente precedenti all'indipendenza e durante il periodo successivo gli slogan principali dei partiti senegalesi erano "costruzione nazionale" e "indipendenza e sviluppo". L'indipendenza del Senegal era vista internamente come la riconquista della propria dignità e come un mezzo per svilupparsi in autonomia, inteso come la possibilità di agire secondo le volontà del popolo e non del colonizzatore. Secondo i principali movimenti indipendentisti senegalesi, infatti, non poteva esserci sviluppo senza l'indipendenza; sviluppo era sinonimo di modernizzazione, riconquista culturale e rinnovamento, di progresso economico e di uguaglianza sociale.


L'instaurazione dell'Unione Francese nel 1946 trasformò in Senegal in un Territorio d'Oltremare e permise di istituire un'Assemblea nazionale che conferì al Paese una maggiore autonomia. In quegli anni Léopold Sédar Senghor venne eletto deputato di tale Assemblea e, parallelamente, fondò il suo movimento politico, destinato a diventare un partito negli anni a seguire: il Blocco Democratico Senegalese.


Nel frattempo la Francia, profondamente segnata dalle indipendenze in Indocina e dalla guerra in Algeria, decise di sancire una nuova Costituzione e, quindi, una nuova politica nei confronti dei propri territori. Questo fu un passaggio fondamentale che portò all'indipendenza del Senegal e di molti altri Paesi africani. De Gaulle, l'allora presidente francese, fece scegliere le colonie: l'indipendenza immediata, "con tutte le sue conseguenze", oppure una transizione più morbida attraverso la creazione di una Comunità Francese. Quest'ultima prevedeva l'autodeterminazione graduale delle colonie pur mantenendo relazioni commerciali e politiche con la Francia.


La svolta avviene nel 1958, quando il Senegal,in seguito ad un referendum, ottiene lo status di repubblica autonoma all'interno della comunità francese. Il referendum pose fine all'unione politica e amministrativa dell'Africa Occidentale francese ma, votando per il "sì", venne scelta una strada di negoziazioni con la Francia, piuttosto che una rottura netta delle relazioni. Nonostante lo scioglimento dell'AOF, i Paesi ex colonie manifestarono ugualmente la volontà di formare un'unione politica comune.


Uno dei modi attraverso i quali Senghor espresse questa volontà fu la proposta di formare una federazione di Stati, che inizialmente doveva comprendere il Senegal, il Sudan Francese (l'attuale Mali), l'Alto Volta (l'odierno Burkina Faso) e il Dahomey (oggi conosciuto come Benin). A seguito della rinuncia degli ultimi due, la fusione del Senegal e del Sudan Francese, nel gennaio 1959, formò la federazione del Mali. Questa divenne completamente indipendente il 4 aprile 1960 e Senghor ne diventò presidente. Egli vedeva questa federazione come una continuazione logica dell'ex impero coloniale francese. Tuttavia, il 20 agosto dello stesso anno la federazione si sciolse e i due Paesi ritornarono ad essere indipendenti, tra di loro, nei confronti della Francia e nei confronti della comunità internazionale. Nel settembre 1960, infatti, Senegal e Mali entrarono separatamente e autonomamente nell'ONU.


Il Senegal divenne una Repubblica presidenziale e Léopold Sédar Senghor venne eletto presidente della Repubblica. Il neo-presidente si impegnò a ricostruire il Paese pur volendo mantenere delle relazioni di cooperazione con la Francia. Affianco al presidente si trovavano quindici ministri, che andavano a formare il Consiglio di governo, e sessanta membri, eletti a suffragio universale, che formavano l'Assemblea Nazionale.

Tra le maggiori difficoltà, una volta riconquistata l'indipendenza, ci fu lo sviluppo economico del Paese. Reduce del periodo coloniale francese, durante il quale l'economia senegalese si basava soprattutto sull'esportazione di prodotti agricoli non lavorati, in primo luogo le arachidi, il Paese ebbe molte difficoltà a instaurare un sistema industriale stabile.

Le truppe di El Hajj Omar Tall furono sconfitte dai francesi nel 1864, ma lo zelo missionario del marabout ispirò i suoi seguaci, inducendoli a continuare le cosiddette «guerre dei marabout» per altri trent'anni. I soldati del re wolof Lat Dior, per esempio, ostacolarono più volte i tentativi dei francesi di costruire una ferrovia fra Dakar e Saint-Louis. Un'altra spina nel fianco dei francesi fu un marabout chiamato Cheikh Amadou Bamba, la cui confraternita islamica dei Mouride istituita nel 1857 divenne un influente punto di riferimento popolare per il sentimento anticolonialista.


Fonti:

https://www.wikiwand.com/it/Storia_del_Senegal


https://lospiegone.com/2020/08/13/ricorda-1960-indipendenza-del-senegal/


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